La presenza dell’amianto all’interno di edifici residenziali e industriali o infrastrutture è ancora molto diffusa e richiede un trattamento adeguato, al fine di evitare la dispersione nell’ambiente di questo materiale, estremamente tossico e pericoloso sia per la salute delle persone che per l’ecosistema.
Le operazioni di bonifica e rimozione dell’amianto sono interventi piuttosto complessi, che richiedono non solo la massima accuratezza e precisione, ma anche la profonda conoscenza sia del materiale stesso sia delle tecniche da utilizzare per eliminare ogni rischio in totale sicurezza.
Affinché le procedure vengano effettuate correttamente, quindi, è bene affidarsi esclusivamente ad aziende specializzate nel settore.
Ne costituisce un esempio Mosaiko, ditta specializzata nella rimozione dell’eternit che dal 2004 mette a disposizione servizi certificati con cui procedere alla rimozione dell’amianto all’interno di edifici pubblici, privati e industriali.
Amianto: gli impieghi principali e la svolta del 1992
In passato l’amianto veniva utilizzato sia per la realizzazione di coperture, rivestimenti e coibentazioni sia per dare vita ad accessori destinati a diversi utilizzi: dagli elementi per l’edilizia ai controsoffitti, passando per tubature, canne fumarie e lastre di copertura, fino ad arrivare ad accessori per uso professionale o personale, ad esempio parti di elettrodomestici, teli ignifughi e pannelli resistenti al calore
Il largo impiego era dovuto al fatto che si tratta di un materiale con proprietà termoisolanti, fonoisolanti e ignifughe. Veniva preparato prevalentemente mescolato al cemento o a materiali vinilici mentre spesso veniva applicato con un sistema a spruzzo.
Solo nel 1992, dopo averne comprovata l’elevata tossicità e avere dimostrato come le fibre di amianto siano causa di gravi e letali forme di tumore, sono state vietate sia la produzione sia l’uso di questo materiale.
Infatti, trattandosi di un materiale fibroso, molto leggero e friabile, l’amianto se degradato si disperde nell’aria e può essere facilmente inalato, con il rischio elevato di contrarre gravi patologie polmonari.
Attualmente, questo materiale è ancora presente, sotto diverse forme, in molti edifici e strutture: la bonifica e lo smaltimento si ritengono quindi necessari in tutti quei casi in cui le particelle possano disperdersi nell’aria, provocando serie conseguenze per la salute.
Naturalmente, gli interventi di bonifica e smaltimento devono essere effettuati con il massimo riguardo, al fine di garantire l’assoluta sicurezza nei confronti del rischio di inalazione dell’amianto e di rimettere a nuovo la struttura con materiali all’avanguardia, molto più performanti e resistenti.
Quali sono le tecniche di bonifica e smaltimento dell’amianto
In base al tipo di elementi in amianto presenti in una struttura, si utilizzano diverse modalità di rimozione o di messa in sicurezza, dopo un sopralluogo accurato che permette ai tecnici di rendersi effettivamente conto della situazione, e procedere di conseguenza nella scelta del metodo ideale.
La soluzione migliore consiste nel rimuovere completamente gli elementi in amianto, e di realizzare una nuova struttura, utilizzando materiali idonei.
Tuttavia, non sempre è possibile effettuare la bonifica completa. In queste situazioni, si ricorre in alternativa alla tecnica dell’incapsulamento o del confinamento, che consistono nel realizzare una copertura protettiva e racchiudere l’amianto in un involucro che evita il contatto con l’esterno e il diffondersi nell’aria delle particelle tossiche. Ovviamente, la rimozione e lo smaltimento sono da considerarsi le tecniche più sicure, poiché l’amianto incapsulato deve essere sottoposto a controlli periodici, inoltre richiede precauzioni particolari, qualora fosse necessario eseguire ulteriori lavori di ristrutturazione o di modifica della struttura.