Problemi di umidità: quali sono i più frequenti in camera da letto?

Quello dell’umidità in casa è un problema piuttosto frequente, ma al contempo fin troppo sottovalutato.

Non si tratta di una mera questione estetica: le macchie e gli aloni scuri che si formano su soffitto e pareti sono soltanto il segnale visibile di un fenomeno ben più complesso: infatti, dormire ed abitare in un ambiente umido, e quindi poco salubre, può di gran lunga peggiorare la qualità della vita.

Un rischio che aumenta se l’umidità si concentra nelle camere da letto, oltre che – come spesso accade – in cucina e nei bagni, ossia in quei luoghi in cui è più facile che si creino vapore e condensa.

Il motivo è legato al fatto che muffe e batteri tendono a proliferare in presenza di determinate condizioni, quali temperatura tra i 13 e i 16 gradi e tasso di umidità superiore al 50%, causando irritazioni e disturbi respiratori, specialmente nei bambini, in soggetti anziani o affetti da patologie preesistenti. Dunque, per evitare che la presenza massiccia di umidità porti alla formazione di muffa, è importante avere alcune accortezze e prestare attenzione a diversi aspetti.

Umidità nella zona notte: quali sono le cause?

La camera da letto è uno degli ambienti maggiormente esposti al problema dell’umidità. Nonostante, di norma, non vi siano fonti di acqua corrente al suo interno, rimane comunque un luogo nel quale le persone trascorrono buona parte del proprio tempo.

Come noto, a tal proposito, il corpo umano produce calore e vapore acqueo mediante la respirazione e la sudorazione che, se combinato con il mantenimento di abitudini scorrette, come l’uso eccessivo degli impianti di riscaldamento e la scarsa attenzione al ricambio dell’aria, può far sì che l’umidità ristagni, si depositi e, infine, penetri nei muri.

Il fenomeno dell’umidità in camera da letto si acuisce ulteriormente negli edifici storici non restaurati in maniera adeguata e, in generale, nelle abitazioni che presentano deficit strutturali.

In questi contesti, infatti, non è raro notare infiltrazioni dovute alla mancata impermeabilizzazione del tetto e delle pareti che danno sull’esterno, oppure alle perdite causate dal deterioramento delle vecchie tubazioni. Sotterranei e piani bassi, infine, sono soggetti alla risalita di umidità proveniente dal terreno.

Formazione di muffa e rischi per la salute

Se la zona notte presenta peculiarità problematiche, dunque, le spore che penetrano col vento, mediante porte e finestre, trovano un habitat ideale per attecchire sulla superficie del soffitto e delle pareti – in particolare quelle che si affacciano sull’esterno, solitamente più umide e fredde rispetto alla temperatura.

Si forma così la muffa, facilmente riconoscibile sia per la colorazione grigio-verdastra, sia per l’inconfondibile e intenso odore. Entrare in contatto con i residui dispersi nell’aria può rivelarsi dannoso per le vie respiratorie, provocando tosse, irritazione e, nei soggetti predisposti, forti reazioni allergiche. Allo stesso tempo, possono insorgere alterazioni dell’umore e del sonno, nonché patologie più gravi – tra cui aspergillosi broncopolmonare, asma cronico, ecc.

Considerati tali rischi, è fondamentale attivarsi prima possibile per risolvere il problema dell’umidità ed evitare la proliferazione sia delle muffe, sia di batteri e microrganismi nocivi per l’uomo.

A questo proposito, esistono rimedi fai-da-te che tuttavia non risultano efficaci sul lungo termine. Pertanto, l’unica soluzione efficace, specie qualora le infiltrazioni non interessino i soli strati superficiali, è rivolgersi a una ditta specializzata negli interventi contro l’umidità e richiedere un sopralluogo.

Solamente un esperto, infatti, è in grado di valutare l’entità del danno e proporre un intervento mirato a ristabilire la salubrità dell’ambiente.

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