Se si cerca il “Beone di Ferravilla” sui motori del web si trovano decine di riferimenti a definizioni di cruciverba mai risolti. Ferravilla e il suo “beone” sono talmente poco conosciuti, al di fuori di Milano, che è davvero complicato risolvere l’indovinello. Eppure basterebbe soltanto informarsi e scoprire non solo la soluzione al cruciverba ma anche la storia di uno dei più bravi commediografi del teatro dialettale lombardo. Perché il “beone” è Tecoppa, un personaggio ormai entrato nel mito della città della “Madonnina”.
Ferravilla non scrisse molti lavori, ma quei pochi hanno segnato un’epoca, quella di fine Ottocento, per la città di Milano e per l’arte di far teatro che da lì si sarebbe sviluppata. Si può dire senza problemi che senza Ferravilla forse non ci sarebbero oggi molti comici di scuola milanese moderni. E val la pena capire il suo personaggio più famoso per capire il genio si questo artista.
Edoardo Ferravilla, il padre del “beone”
Edoardo Ferravilla… non esiste! O meglio, esiste Edoardo, figlio illegittimo dell’attrice Luisa Maria Ferrari e del Marchese di Villa, cresciuto soltanto con la madre fino alla morte di lei. A sei anni fu adottato dalla famiglia Viglezzi e a poco più di vent’anni, nel 1870, già calcava le scene del Teatro Milanese di Cletto Arrighi.
Fu in quel periodo che Edoardo inventò il cognome “Ferravilla” dall’unione dei cognomi dei genitori e fu da quel momento che il mito iniziò ad esistere. Il successo da attore lo portò in meno di sei anni a diventare direttore artistico. Prima di compiere i trent’anni aveva già scritto le sue opere più importanti. Morì nel 1915, non prima di vedere il suo personaggio più amato, il Tecoppa, diventare protagonista del primo cinema muto.
Tecoppa, il “beone” di Ferravilla
Tecoppa è un personaggio ambiguo e un po’ buffo ideato dal giovane Ferravilla e messo in scena per la prima volta nel 1870. Da allora viene riproposto più volte, inserito anche in altre commedie e trasformato in personaggio cinematografico all’alba del muto. Il vero nome del personaggio è Felice Marana ma data la sua natura da mezzo sbruffone, furbo e canaglia, viene soprannominato “Dio te coppa” (Dio ti ammazzi) da chi veniva ingannato da lui.
Dalla contrazione della frase nascono il nome Tecoppa e la maschera di questo omino spesso avvinazzato, ma mai troppo. Infatti è sempre pronto a uscire indenne da ogni avventura che un emarginato senza mezzi come lui deve affrontare. Viene descritto come “curvo, dal passo incerto e nemico del lavoro”. Un poco di buono che però risolve molti problemi e diventa anche un po’ simpatico.
Non c’è da stupirsi se il “beone Tecoppa” ha superato in successo tanti altri personaggi ideati e portati in scena da Ferravilla a Milano, tra cui el Sciùr Pànera e il Gigione. Negli anni Cinquanta l’attore Piero Mazzarella riprese questo e altri personaggi di Ferravilla per dare loro un’eco più nazionale e per un certo periodo riuscì a far amare, nuovamente, il Tecoppa alle folle che applaudivano a teatro.