L’INPS, ex INPDAP, è un’istituzione previdenziale che nasce alla fine del 1800 per garantire un fondo pensionistico che, con il tempo, si è esteso dai militari a tutte le altre categorie di lavoratori dipendenti. Ad oggi, l’INPS è in grado anche di erogare prestiti finalizzati (ovvero per i quali va indicato lo scopo) a tutti coloro che ne fanno parte, con la modalità della cessione del quinto: significa che, a fronte di un prestito in tempi relativamente brevi, sarà possibile provvedere alla restituzione cedendo al massimo un quinto del proprio stipendio o della pensione, nell’ottica di una rata sempre sostenibile e adeguata allo stile di vita. Tra i prestiti
con cessione del quinto vi è anche ilfine del matrimonio. In tal senso, il prestito per matrimonio prevede massimo 4 mensilità nette che dovranno essere rimborsare in 5 o 10 anni.
Cosa serve per chiedere la cessione del quinto per matrimonio
Il prestito finalizzato a un matrimonio può contenere tutte le voci inerenti: dagli addobbi floreali al pranzo di nozze e dalla location al servizio fotografico, senza dimenticare bomboniere e viaggio di nozze. L’INPS, in questo caso, eroga quindi una cifra che non sarà maggiore della somma di 4 mesi di pensione o stipendio al netto delle trattenute (mai oltre i 23 mila euro, comunque) e, in caso di mancanza di fondi, si rivolge a istituti di credito specifici che sono in convenzione con tale iniziativa.
In questo caso, inoltre, occorre rimanere nell’ambito della pubblica amministrazione, quindi essere (o essere stato) un dipendente statale o pubblico. Ovviamente, in fase di richiesta l’Ente provvederà a verificare le condizioni finanziarie del richiedente, ivi inclusi eventuali protesti e l’adeguata corresponsione di tutte le tasse concernenti i versamenti ai fini previdenziali. Sarà inoltre necessario essere residenti in Italia, almeno al momento della richiesta. Infine, si valuterà anche l’età del richiedente al fine di personalizzare il piano di ammortamento.
A quel punto sarà sufficiente presentare la documentazione tipica che viene richiesta in tali casi: documento d’identità, busta paga recente o certificato di pensione e anche quello riguardante il matrimonio che si terrà.
Altre peculiarità della cessione del quinto
Tenendo conto che la restituzione può avvenire tra i 5 e i 10 anni, quindi tra le 60 e le 120 rate, il TAN di solito non supera il 3,5%. Acronimo di Tasso Annuale Nominale, è una tassa che viene applicata di norma ai prestiti e ad esso va aggiunta un’ulteriore aliquota di circa lo 0,5% per tutte le spese ordinarie.
Per quanto concerne i lavoratori dipendenti, inoltre, il contratto a tempo indeterminato è di certo quello che lascia maggior spazio di manovra, mentre per quello a tempo determinato occorre avere almeno 3 anni di anzianità e presentare in modo obbligatorio il TFR quale garanzia di restituzione in caso di risoluzione anticipata del contratto stesso. In caso di pensionamento, invece, occorre che sia iniziato da almeno 4 anni con versamenti regolari nella Gestione Unitaria, che è quella relativa proprio ai dipendenti pubblici.
In generale, quindi, ottenere la cessione del quinto per fini matrimoniali di un figlio o di un familiare è piuttosto semplice: i tempi, nel caso di dipendenti pubblici sono relativamente ridotti ed è possibile fare un primo calcolo della cifra richiedibile e del conseguente piano di ammortamento su portali specializzati. Sarà sufficiente inserire i propri dati, la somma necessaria e la propria posizione lavorativa o pensionistica per avere un quadro pressoché completo delle rate, incluse le tasse e le aliquote applicate. Ovviamente, la finalità del matrimonio è solo una delle tante possibilità che si hanno per richiedere la cessione del quinto.
