Avviare una start-up: i settori in crescita (e quelli da evitare) nel 2022

Nel 2022 esistono innumerevoli opportunità per chi desidera aprire una startup, creando un’impresa innovativa per sviluppare un nuovo business di successo. Tra i settori più promettenti c’è ovviamente l’ambito tecnologico, con aree in forte crescita come l’intelligenza artificiale e il comparto aerospaziale.

Secondo il Ministero dello Sviluppo Economico, in Italia nel biennio 2020/21 gli investimenti maggiori sono stati direzionati all’ambito ICT, al settore life, science e lifestyle, al comparto edutech e al campo media e marketing. Settori trainanti sono anche le biotecnologie e la salute, due ambiti in cui si stanno muovendo molte startup di successo in Italia e all’estero.

Tra i settori meno interessanti c’è l’ambito finanziario, profondamente scosso dalla rivoluzione fintech con un surplus di startup e imprese innovative e un livello competitivo elevato.

Lo stesso vale per la mobilità dolce, infatti tutti i tentativi di rendere sostenibili le soluzioni per spostarsi in città in modo ecologico e condiviso sono fallite, con molte aziende e startup che si occupavano di noleggio di bici e monopattini elettrici scomparse o gravate da pesanti debiti.

Come avviare una startup: l’apertura della partita IVA

Oltre alla scelta del settore giusto in cui sviluppare la propria idea, l’avvio di una startup richiede una serie di adempimenti burocratici.

Innanzitutto, bisogna procedere con l’apertura della partita Iva, un requisito essenziale per operare in modo legale, usufruire degli investimenti disponibili per le startup innovative e gestire il team di sviluppo della nuova impresa appena costituita.

La procedura di attivazione è abbastanza semplice e si risolve con una pratica, inviando la richiesta di apertura in modo telematico all’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, bisogna realizzare alcuni passaggi preliminari di fondamentale importanza per l’attività futura della startup, come determinare il codice ATECO e il tipo di attività. Successivamente bisogna scegliere anche il regime fiscale più adatto e vantaggioso, tenendo conto dei requisiti previsti dalle leggi e delle proprie necessità.

Per agevolare queste pratiche e concentrarsi sulla creazione e sviluppo della propria startup è possibile affidarsi agli esperti di Fiscozen, un moderno e innovativo servizio di assistenza fiscale online gestibile in modo digitale tramite applicazione web e mobile. Fiscozen è una soluzione low cost per l’apertura della partita IVA e il disbrigo di tutte le pratiche, che prevede abbonamenti annuali tutto incluso per chi opera con il regime forfettario e per chi invece sceglie il regime semplificato.

Aprire la partita IVA, infatti, è soltanto il primo passo per regolarizzare la propria startup, in quanto bisogna anche selezionare il regime fiscale migliore e compatibile con i propri requisiti. Ad ogni modo, l’apertura della partita IVA oggi può essere effettuata in modo 100% digitale: l’operazione è gratuita per i liberi professionisti, mentre le ditte individuali richiedono una piccola spesa iniziale, dovuta all’iscrizione – obbligatoria – al Registro delle Imprese (e, quindi, alla Camera di Commercio) tramite la ComUnica.

Il regime fiscale più conveniente per una startup

Per una startup è fondamentale ottimizzare i costi e semplificare la gestione dell’attività, due aspetti che possono essere soddisfatti entrambi dal regime forfettario.

Questo sistema fiscale si adatta perfettamente alle esigenze delle startup, purché sia possibile rispettare le soglie previste dalle normative di legge. Nel dettaglio, è necessario avere un fatturato incassato entro 65 mila euro ed un eventuale reddito da lavoro dipendente non superiore a 30 mila euro l’anno.

Altri limiti riguardano i compensi riconosciuti a favore dei collaboratori, i quali non possono superare i 20 mila euro l’anno lordi.

Rispettando questi requisiti è possibile usufruire dei numerosi vantaggi legati al regime forfettario per una startup. Si tratta ad esempio della tassazione al 5% per i primi 5 anni, un’aliquota agevolata che dopo questo periodo iniziale passa al 15%, comunque al di sotto di quella ordinaria compresa tra il 23% e il 43%.

Oltre a questo vantaggio considerevole, il regime forfettario prevede l’applicazione del coefficiente di redditività, una percentuale sulla quale calcolare i compensi sui quali pagare le tasse e che aiuta a individuare i costi che possono non essere conteggiati.

In più, con il regime forfettario le startup non devono pagare l’IVA, quindi possono offrire servizi più competitivi rispetto alle imprese più mature. Tuttavia, è importante scegliere il regime fiscale con il supporto di consulenti esperti, per essere sicuri di prendere la decisione corretta e partire subito con il piede giusto.

Lascia un commento