Misantropo Moliere: qual è la trama di questa commedia? Chi sono i protagonisti?

Nel 1666, il grande commediografo e attore parigino Jean-Baptiste Poquelin, che il mondo conosce soprattutto come Moliere, scrive la commedia in cinque atti Il misantropo, rispettando le unità classiche di tempo, luogo e azione. Come il titolo lascia intuire, si mette in scena la vicenda di un uomo che odia gli altri uomini, un’altra opera con cui Moliere diverte per mezzo dello spettacolo tutto umano delle profonde passioni.

La trama de Il misantropo

L’ambientazione è il salone di Célimène, nobildonna vedova, avvenente e maldicente, di cui il protagonista, Alceste, è innamorato. La trama si snoda in un arco temporale di ventiquattro ore. Come era costume nel ‘600, il salone è luogo di ritrovo per nobili che si intrattengono in conversazioni e, naturalmente, in pettegolezzi. L’onesto Alceste mal sopporta la maldicenza, la vanità e l’ipocrisia. La sua presenza al salone di Célimène ha un doppio scopo: dichiarare il suo amore alla giovane vedova; far sapere al solo amico che ha, Philinte, la propria intenzione di lasciare la vita di corte.

Il motore comico della vicenda è la contraddizione che caratterizza Alceste: il protagonista, che è per l’onestà e la sincerità, ama una donna che incarna esattamente quello a cui si oppone e vorrebbe che lei si ritirasse dalla vita mondana insieme a lui. Philinte, che personifica l’ideale etico del tempo, fondato sull’equilibrio delle passioni, non manca di far notare all’amico la sua incoerenza. Il protagonista, in sostanza, dice delle cose e ne fa altre, stuzzicando il divertimento del pubblico insieme alle situazioni e agli imprevisti che ostacolano Alceste.

Non può mancare il confronto finale tra Alceste e Célimène, tanto più che una lettera della donna, prova del suo tradimento, è arrivata nelle mani dell’uomo. Alceste pretende da lei una dichiarazione d’amore; la perdonerà, se lei vorrà seguirlo in campagna. Célimène ama effettivamente Alceste, vuole sposarlo ma non ha intenzione di rinunciare alla vita di corte. Il protagonista lascia, così, la scena, uscendone come ne era entrato: riprendendosela con i vizi del mondo.

I protagonisti della commedia

I personaggi, la loro evoluzione, le loro tonalità, sono il centro dell’opera (che presenta dati biografici), più che la trama. Il titolo originale è Le Misanthrope ou l’Atrabilaire amoureux: “innamorato melanconico” è un’espressione della scienza medica dell’epoca di Moliere e fa di Alceste una contraddizione in termini, rivelandone l’incoerenza. La sua condizione di malato gli permette di dire ciò che pensa, di fare le sue critiche che, altrimenti, la corte non avrebbe tollerato. I conflitti che animano il protagonista ben si dispiegano nelle tre unità aristoteliche (azione, luogo e tempo). Alceste sarebbe un puro, un idealista ferreo, in lotta con la superficialità, l’ipocrisia e la corruzione della società di cui fa parte e da cui vuole allontanarsi.

Nemmeno Philinte ama l’ipocrisia e il deterioramento morale ma sa dominare le passioni con equilibrio, sa tenere i piedi in terra. La contrapposizione dialogica tra lui e il protagonista sottolinea anche al pubblico l’incoerenza incarnata dal secondo, incoerenza che Alceste non vede. Philinte ritiene che il mondo non si possa cambiare, quindi, tanto vale adattarsi. La giovane vedova Célimène, invece, l’amore di Alceste, rappresenta ciò che l’amato ripudia: dedita al pettegolezzo, attaccata alla vita di corte e ai suoi piaceri, la donna ama il protagonista della commedia ma questo amore non la induce affatto a rinunciare alla mondanità. Si tratta di due creature troppo diverse per stare insieme, tanto che l’Amore non vince.

Moliere, nella scrittura e nella recitazione, non aderì pedissequamente alle convenzioni dell’epoca ma ricercò una naturalezza realistica che sapesse ben rendere la psicologia dei personaggi e le situazioni. Queste sue idee cominciano a realizzarsi già con opere come il misantropo e troveranno, poi, forma compiuta nel teatro borghese. Il drammaturgo francese criticò aspramente la morale dei tempi, il che gli procurò dei problemi. Tra l’altro, alcuni nobili si riconobbero nei suoi personaggi.

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