La pandemia di Covid-19 ha messo in ginocchio il settore dell’aviazione commerciale, costringendo molte compagnie aeree a ricorrere agli aiuti di Stato per sopravvivere negli ultimi 19 mesi. Il 2021, in particolare, è stato uno dei peggiori anni per il comparto, terminato con la chiusura della compagnia Air Italy.
Il destino dell’azienda sembra aver preso una direzione differente rispetto ad Alitalia, la compagnia di bandiera salvata dall’intervento dello Stato con l’avvio del nuovo progetto Ita Airways. Air Italy, quindi, segue il cammino intrapreso da altre imprese aeree in crisi, come Norwegian, Blue Panorama, Ernest ed Ego Airways.
La liquidazione della compagnia sardo-qatariota avrà un impatto considerevole sull’occupazione in Italia, con effetti pesanti anche sul turismo in Sardegna e la ripresa del settore nel post-Covid. Il default di Air Italy era annunciato da tempo, tuttavia non trova spiegazioni immediate, né nell’ambito delle strategie pubbliche né in merito al piano industriale dei proprietari.
La liquidazione di Air Italy e il licenziamento dei lavoratori
Il 2 gennaio 2022 Air Italy ha presentato ufficialmente la richiesta di liquidazione, attivando il licenziamento immediato dei 1.322 dipendenti della compagnia. L’azienda era in difficoltà dal febbraio 2020, con i lavoratori che erano già entrati in cassa integrazione, fino all’arrivo della decisione di procedere con il licenziamento collettivo una volta sfumato il salvataggio pubblico.
Ad ogni modo i sindacati ancora sperano in un intervento dello Stato, con il quale si potrebbe almeno prolungare la cassa integrazione per altri 12 mesi, bloccando di fatto i licenziamenti per tutelare i livelli occupazionali nell’isola sarda. Si tratta infatti di posti di lavoro di alto valore, in quanto riguardano assistenti di volo, piloti e personale di terra, una situazione che avrebbe un impatto ingente a livello socioeconomico.
D’altronde, la volontà dei vertici dell’azienda era abbastanza chiara da giorni, quando il 29 dicembre i rappresentati della compagnia non si erano presentati ad una importante riunione con i sindacati e il governo. Per i dipendenti, dunque, sembra proprio che non resterà altra opzione se non l’ingresso nella Naspi, con la possibilità di usufruire dell’indennittà di disoccupazione per altri 2 anni al massimo.
L’unica nota positiva riguarda le condizioni più favorevoli della Naspi applicate a partire dal 2022, poiché la riduzione dell’importo dell’assegno pubblico arriverà soltanto dopo il sesto mese, oppure a partire dall’ottavo mese per i lavoratori over 50. Tuttavia sarà difficile trovare un altro impiego prima della scadenza della Naspi, considerando la profonda crisi in cui si trova il settore dell’aviazione commerciale e la recrudescenza del SARS-CoV-2 a causa delle varianti.
Le principali cause del default di Air Italy
Air Italy vantava una storia di circa 60 anni, infatti la compagnia nacque dalla trasformazione di Alisarda in Meridiana e infine in Air Italy. L’impresa aveva base in Sardegna in Costa Smeralda, uno degli hub principali della società aeronautica, ed era stata creata su volontà del principe ismaelita Karim Aga Khan, fino ad arrivare allo spostamento della base operativa a Malpensa nel 2018 con l’ingresso di Qatar Airways.
L’aerolina sarda versava da anni in problemi economici significativi, tanto che ogni anno richiedeva una massiccia immissione di liquidità da parte del principe Karim Aga Khan. Tuttavia è l’entrata in Air Italy di Qatar Airways a creare i problemi più seri, dapprima con la decisione di chiudere la sede di Olbia e successivamente con lo smantellamento dell’officina di manutenzione di Meridiana Maintenance.
Nel 2019 le perdite di Air Italy erano superiori a 200 milioni di euro, una cifra elevata per una compagnia aerea con una portata ridotta rispetto ai vettori aerei più blasonati e importanti. La situazione peggiorò quando il management di Qatar Airways iniziò a noleggiare aerei e flotte, invece di impiegare gli aeromobili e gli equipaggi già in forze ad Air Italy.
L’epilogo della vicenda era dunque annunciato e previsibile, soprattutto con il governo alle prese con il salvataggio di Alitalia. Naturalmente è un duro colpo per l’aviazione italiana, un fallimento che non è certo imputabile appena all’emergenza sanitaria, ma mostra come la gestione di questa vicenda non sia stata esemplare negli ultimi anni da parte dello Stato e di scelte aziendali poco comprensibili.
Biglietti Air Italy: come richiedere il rimborso?
Chi avesse acquistato biglietti Air Italy con data successiva al 25 febbraio 2020 può richiedere il rimborso. In questo caso, per i biglietti acquistati presso una biglietteria Air Italy basta rivolgersi alla stessa per ottenere la restituzione dell’importo, altrimenti per quelli comprati in un’agenzia di viaggio è il tour operator ad occuparsi del rimborso, in base alle condizioni previste dal contratto stipulato con l’operatore turistico.
Per maggiori informazioni è possibile chiamare il contact center di Air Italy, oppure inviare un’email all’indirizzo di posta elettronica support@airitaly.com. In alternativa, per chiarimenti e dubbi è possibile entrare in contatto con il numero verde della compagnia area, chiamando il numero 0789 711 498, oppure visitare il sito web ufficiale airitaly.com.